Abbiamo scelto di trascorrere il
nostro 25 aprile a Lucca. Dopo un veloce tour nel centro cittadino dove
campeggiava, come intuibile, lo stand dell’ANPI, abbiamo preferito dirigerci
direttamente al Museo della Liberazione che, come dicevamo nell’intervento di
ieri, avrebbe dovuto essere aperto inizialmente dalle ore 9, poi dalle ore 12.
Con una certa perplessità su questi orari ballerini, alle 11.55 eravamo in
attesa dell’apertura del Museo e, come noi, molta altra gente che, ci dicono
strutture lì vicino, dalla mattina erano in vera e propria processione e
andavano via delusi nel constatare come, proprio il 25 aprile, il Museo
dedicato alla Liberazione fosse palesemente chiuso, senza né un cartello, né
una dicitura che facesse luce su quando avrebbe aperto.
La nostra pazienza viene premiata
quando, quasi alla mezza, arrivano i gestori del Museo e aprono la porta.
Contenti, entriamo dentro … ma con sorpresa scopriamo che no, il Museo resta
chiuso fino al pomeriggio. Questo perché il Prefetto Cagliostro, con il
Ministro Giannini al seguito, avrebbe chiesto al Museo di non aprire prima
delle 12 salvo poi cambiare idea e dire che forse, non si sa quando, sarebbe
capitata magari nel pomeriggio. Dopo qualche esitazione dei gestori e preso
atto della molta gente che, come noi, si affacciava lieta di poter finalmente
visitare il Museo, alla fine questo apriva
battenti.
Non possiamo che riportare il
nostro sconcerto per episodi di questo tipo. Come fa, un Prefetto, il giorno
del 25 aprile, a chiedere la non apertura al mattino proprio al Museo della
Liberazione? Avrebbe forse fatto analoga richiesta all’ANPI e soprattutto, nel
caso, l’ANPI come avrebbe reagito? La cosa ha ancora più dell’assurdo
considerando che il Comune è presieduto da una Giunta di Sinistra, da sempre
portavoce proprio delle manifestazioni relative alla Resistenza.
Inoltre, se possiamo permetterci
di dare dei consigli a chi gestisce questo prezioso Museo, esortiamo ad avere
meno esitazioni e rendere invece maggiormente pubbliche le iniziative. Se
infatti la gestione del Museo è privata, il Prefetto non può affatto inoltrare
richieste sulla maggior o minor apertura dei locali (salvo ovviamente in caso
di emergenza) ed anzi, non si capisce come mai il Museo non si attivi per far
pagare ai visitatori un biglietto di costo contenuto ma che permetta loro di
riprendere almeno le spese di gestione e magari pagare una guida che posa accrescere
l’attenzione dei visitatori spiegando i singoli, interessantissimi reperti.
Potrebbero inoltre essere lanciate iniziative accattivanti, come una Mostra a
tema per una singola data. Tutto questo, forse, convincerebbe l’amministrazione
lucchese che e’ davvero vergognoso non collaborare con il Museo della
Liberazione, perché la Liberazione che oggi viene ricordata non è quella dei
partigiani rossi, non è quella dei comunisti caduti … E’, al contrario, la
Festa di tutti gli italiani, anche non ideologizzati, che a suo tempo dettero
la vita perché aspiravano a rendere il loro Paese un luogo, appunto, libero da
qualsiasi dittatura, nera o rossa.
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