domenica 27 aprile 2014

GIORNATA RICCA DI EVENTI A PISTOIA






Davvero interessante l'incontro a Pistoia in occasione della presentazione del libro di Andrea Giannasi sulla FEB che vedeva la presenza anche dell'Ambasciatore del Brasile. La FEB ha partecipato attivamente durante la Seconda Guerra Mondiale alla liberazione dell'Italia ma, come è successo anche per altre circostanze la Storia ha un po' dimenticato questo valoroso contingente.

Nella piazza antistante il Comune ha inoltre avuto luogo l'esposizione degli automezzi in uso algli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale tra cui un vero carro armato.




Sempre nel Palazzo Comunale, nei locali dei magazzini, molto bella anche la Mostra evento "Il Cammino verso al Libertà", esposizione di divise e oggetti della Seconda Guerra Mondiale, che resterà aperta fino al 5 maggio. 




sabato 26 aprile 2014

PISTOIA E LA LINEA GOTICA


 

Diamo volentieri notizia delle iniziative pistoiesi inerenti le celebrazioni del 25 aprile e della costituzione di un importante area espositiva inerente la Linea Gotica.


IERI si è celebrato, come da tradizione, in piazza della Resistenza il sessantanovesimo anniversario della Liberazione dell'Italia con la deposizione della corona e, a seguire, il discorso del sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli, che quest'anno ha voluto ricordare l'impegno dei partigiani nella Resistenza e anche l'apporto alla guerra di Liberazione dato, sulle nostre terre, dai militari brasiliani della Feb. Un legame che sarà rinnovato domenica dalla visita dell'ambasciatore Ricardo Neida Tavares. «Il rapporto stretto con la Repubblica brasiliana  ha detto il sindaco  ha fatto sì che il gonfalone di Pistoia porti, dal 1997, la coccarda rossa e blu della medaglia do Pacificador, per i servizi prestati all'esercito brasiliano durante la campagna di Liberazione. A questa si aggiungerà un'altra, alta onorificenza, l'ordine al merito giudiziario militare del Brasile, che sarà conferita alla città il prossimo 5 maggio». Nel suo discorso, inoltre, il sindaco ha ricordato le figure di Alterio Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi che, dal loro confino di Ventotene, intrecciarono i valori antifascisti e resistenziali con l'ideale federalista europeo, spinti dalla speranza per un futuro di pace tra i popoli dell'Europa e del mondo. E ha dunque anche indicato quale, secondo lui, deve essere oggi la sfida da cogliere per non tradire quell'ambiziosissima méta. «Oggi, l'ideale del federalismo europeo, ossia della costituzione degli Stati Uniti d'Europa, di un'unica comunità politica europea fondata sulla tradizione del costituzionalismo dei diritti dell'uomo, sembra aver subito più di una battuta d'arresto  ha spiegato Bertinelli : indebolite le sue radici democratiche dalla mancanza di coraggio di ceti politici nazionali, scettici e conservatori, l'Europa è divenuta il fin troppo facile bersaglio di ogni populismo che, nel contestare, rischia di aggregare un grande consenso che finirebbe per ricondurci in un passato non certo desiderabile. È compito della nuova generazione politica, la mia e la nostra, che ha cominciato a portare il peso delle responsabilità pubbliche in questi tempi così difficili, di costruire istituzioni democratiche sovranazionali nelle quali trovi rappresentanza, come avviene nei singoli Stati, il popolo europeo, al quale deve essere reso possibile partecipare attivamente alle scelte che già oggi incidono sulla vita di ciascuno»."


" GLI ANTICHI Magazzini del palazzo comunale da ieri al 7 maggio ospitano una mostra di materiali e divise della Seconda guerra mondiale dal titolo «Pistoia 1944, il cammino verso la libertà». Quest'ultimo è anche il tema della mostra fotografica delle immagini scattate alla Colonna della Libertà che dal 30 aprile all'11 maggio sarà allestita nell'atrio del palazzo comunale. Sono passati 70 anni, ma le emozioni restano. Emozioni legate ad oggetti che raccontano la quotidianità di un cammino difficile, quando Pistoia come il resto dell'Italia, era diventata un nome qualunque sulle mappe militari, un obiettivo da colpire, una posizione strategica per attaccare la Linea Gotica sulle montagne a nord della città. Ma la storia di Pistoia e del suo territorio non è una storia qualunque, è la nostra storia: per questo è nata l'Associazione Gotica Pistoiese, un sodalizio di appassionati con la finalità di valorizzare la memoria di quei giorni tragici e formidabili, dai quali nasceva la nostra democrazia, un associazione storica, culturale e museale con la finalità di realizzare un'esposizione permanente fruibile da tutti: il museo della Linea Gotica pistoiese. LA MOSTRA pone all'attenzione del visitatore immagini-guida che contestualizzano la storia che ha attraversato Pistoia e il suo territorio. Prima di tutto le incursioni aeree, con l'immagine del bombardamento di Piteccio risalente al 28 aprile 1944 e collegata ad essa quella dei due bambini che si tengono per mano fra le macerie di Maresca, località della montagna colpita il 10 settembre 1944, due giorni dopo la liberazione della nostra città. In mezzo a tanta distruzione si prodigano i vigili del fuoco, immortalati da una rara immagine risalente al primo devastante bombardamento di Pistoia avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1943. Durante l'occupazione tedesca nascono sulle colline e sulle montagne limitrofe alla città le formazioni partigiane. Il Comitato di liberazione nazionale di Pistoia attraversando mille difficoltà stabilirà i contatti con gli alleati, riuscendo a trasmettere preziose informazioni sulla costruzione della Linea Gotica.Nell'autunno 1944 arrivano a Pistoia, i «prachinas» della Feb (Forca Expedicionaria Brasileira). Pistoia diventa la retrovia del loro fronte, dove verranno allestiti depositi, stazioni radio, ospedale da campo e il cimitero dei caduti. Questi ragazzi lasceranno un ricordo indelebile per la grande generosità dimostrata nei confronti della popolazione prostrata dalla guerra e dalla fame. Non avevano mai visto la neve e affrontarono la Linea Gotica d'inverno pagando a caro prezzo ogni battaglia affrontata e vinta. Il loro sacrario militare è parte integrante parte della nostra città, e nel cuore della nostra città ci sarà sempre il Brasile. Per dare una ulteriore spallata ai tedeschi arroccati sulla Linea Gotica gli americani inviarono sulle nostre montagne gli alpini della 10ª Mountain Division. Erano soldati addestrati sulle montagne del Colorado, sciatori e rocciatori brevettati. Al loro fianco c'erano i soldati afro-americani della 92ª Infantry Division detta «Buffalo», soldati che avevano ricevuto un addestramento di base e che non erano equipaggiati per fare la guerra in montagna, oltretutto nell'esercito che rispecchiava fedelmente la società americana dell'epoca, erano segregati a causa del colore della propria pelle. DOMANI con l'aiuto di tanti appassionati verrà organizzato in piazza del Duomo il più grande raduno di mezzi storici della Seconda guerra mondiale. E' la tappa pistoiese della «colonna della libertà», il celebre raduno itinerante di veicoli militari d'epoca organizzato ogni anno dall'Associazione Gotica Toscana di Scarperia. Il contesto di piazza del Duomo ha un grande significato poiché è legata alla liberazione della città, avvenuta l'8 settembre 1944, quando i carri armati sudafricani entrarono dentro le mura affiancando i partigiani fino a raggiungere la piazza. La gioia della liberazione venne funestata due giorni dopo da un cannoneggiamento tedesco che provocò molte vittime: una di esse, Jone Pacini, era una bambina di appena 5 anni ed è ricordata da una targa posta nell'atrio del palazzo comunale."  
Da LA NAZIONE cronaca di Pistoia del 26 aprile 2014


venerdì 25 aprile 2014

25 APRILE




Abbiamo scelto di trascorrere il nostro 25 aprile a Lucca. Dopo un veloce tour nel centro cittadino dove campeggiava, come intuibile, lo stand dell’ANPI, abbiamo preferito dirigerci direttamente al Museo della Liberazione che, come dicevamo nell’intervento di ieri, avrebbe dovuto essere aperto inizialmente dalle ore 9, poi dalle ore 12. Con una certa perplessità su questi orari ballerini, alle 11.55 eravamo in attesa dell’apertura del Museo e, come noi, molta altra gente che, ci dicono strutture lì vicino, dalla mattina erano in vera e propria processione e andavano via delusi nel constatare come, proprio il 25 aprile, il Museo dedicato alla Liberazione fosse palesemente chiuso, senza né un cartello, né una dicitura che facesse luce su quando avrebbe aperto.

La nostra pazienza viene premiata quando, quasi alla mezza, arrivano i gestori del Museo e aprono la porta. Contenti, entriamo dentro … ma con sorpresa scopriamo che no, il Museo resta chiuso fino al pomeriggio. Questo perché il Prefetto Cagliostro, con il Ministro Giannini al seguito, avrebbe chiesto al Museo di non aprire prima delle 12 salvo poi cambiare idea e dire che forse, non si sa quando, sarebbe capitata magari nel pomeriggio. Dopo qualche esitazione dei gestori e preso atto della molta gente che, come noi, si affacciava lieta di poter finalmente visitare il Museo, alla fine questo apriva  battenti.

Non possiamo che riportare il nostro sconcerto per episodi di questo tipo. Come fa, un Prefetto, il giorno del 25 aprile, a chiedere la non apertura al mattino proprio al Museo della Liberazione? Avrebbe forse fatto analoga richiesta all’ANPI e soprattutto, nel caso, l’ANPI come avrebbe reagito? La cosa ha ancora più dell’assurdo considerando che il Comune è presieduto da una Giunta di Sinistra, da sempre portavoce proprio delle manifestazioni relative alla Resistenza.


Inoltre, se possiamo permetterci di dare dei consigli a chi gestisce questo prezioso Museo, esortiamo ad avere meno esitazioni e rendere invece maggiormente pubbliche le iniziative. Se infatti la gestione del Museo è privata, il Prefetto non può affatto inoltrare richieste sulla maggior o minor apertura dei locali (salvo ovviamente in caso di emergenza) ed anzi, non si capisce come mai il Museo non si attivi per far pagare ai visitatori un biglietto di costo contenuto ma che permetta loro di riprendere almeno le spese di gestione e magari pagare una guida che posa accrescere l’attenzione dei visitatori spiegando i singoli, interessantissimi reperti. Potrebbero inoltre essere lanciate iniziative accattivanti, come una Mostra a tema per una singola data. Tutto questo, forse, convincerebbe l’amministrazione lucchese che e’ davvero vergognoso non collaborare con il Museo della Liberazione, perché la Liberazione che oggi viene ricordata non è quella dei partigiani rossi, non è quella dei comunisti caduti … E’, al contrario, la Festa di tutti gli italiani, anche non ideologizzati, che a suo tempo dettero la vita perché aspiravano a rendere il loro Paese un luogo, appunto, libero da qualsiasi  dittatura, nera o rossa.




giovedì 24 aprile 2014

UNA RESISTENZA... FUORI DAL COMUNE




Accingendoci a dare notizia delle celebrazioni che si terranno per il 25 aprile a Lucca, diamo invece notizia della davvero poco edificante diatriba che ancora investe sia il Comune che il Museo della Liberazione, portavoce di quella parte della Resistenza non "etichettata" politicamente e che, per questo motivo, sembra trovarsi al centro di un vero e proprio ostruzionismo da parte delle autorità locali. Crediamo che il 25 aprile dovrebbe essere una giornata di memoria in ricordo di tutti coloro che hanno dato la vita e le loro energie per rendere l'Italia un Paese libero e democratico, non una giornata per assurdi "braccio di ferro" su quale ideologia politica possa meglio rappresentare questa data. Riportiamo pertanto qui di seguito l'articolo comparso su "LA GAZZETTA DI LUCCA" di oggi. 


Vince la politica, muore il museo


giovedì, 24 aprile 2014, 13:29
di silvia toniolo

“Preferiscono lasciare morire un museo, in nome di un'ideologia politica. Se l'amministrazione non si ravvede, adiremo per vie legali”. Franco Lombardi, coordinatore del museo della Liberazione, si mostra deciso e sciorina una serie di motivazioni, tutte argomentate con documenti scritti, per reclamare la possibilità di rendere più visibile e aperto alla città lo storico museo situato nei locali del primo piano di palazzo Guinigi. 



“Mancano due giorni alla festa della Liberazione e dal comune non ci è ancora arrivata l'autorizzazione per l'apertura. L'anno scorso – spiega Lombardi – l'abbiamo ricevuta un giorno prima e non abbiamo potuto, di conseguenza, pubblicizzare e comunicare la cosa per tempo. Noi quest'anno terremo aperto, con o senza il via libera del comune e mi auguro non abbiano il coraggio di contestare la nostra decisione”.




“Perché non ci hanno già dato l'autorizzazione? A dire il vero non ci hanno ancora dato l'agibilità che ci spetta, secondo la convenzione stipulata con Favilla – sbotta Lombardi – Tra l'altro abbiamo sollecitato l'amministrazione più volte, ma è evidente che sta prendendo tempo perché ci vogliono sotto l'Istituto Storico della Resistenza, a loro questa gestione privata non va giù”.




Lombardi tiene a mostrarsi com'è, con la sua  passione contagiosa per la storia partigiana, un entusiasmo e una determinazione smisurate nel combattere fino in fondo per far risorgere un museo che merita la dovuta attenzione, tanto quanto l'Istituto storico della Resistenza, gestito interamente dal comune.




E a 25 anni di distanza, ancora si contesta il fazzoletto bianco, in bella mostra nella sala di apertura, come per ricacciare quell'ideologia “incriminata” che si pone in contrasto a quella fondata dal Pci di quel tempo: “Secondo l'Associazione nazionale partigiani d'Italia – spiega Lombardi – la Resistenza l'hanno fatta solo i partigiani rossi. E' quel che dice la sinistra, che vuole ignorare il fatto che, come riportano i testi storici e diverse testimonianze –  esistevano gruppi eterogenei”. “Se è per questo che l'amministrazione non vuole darci visibilità? Ne sono convinto. Non accettano il fatto che siamo un gruppo di volontari, non politici, che non chiede nulla agli enti pubblici. Hanno quindi paura che possiamo fare qualcosa in più di loro oscurando e contrastando l'Istituto storico”.




 “Un timore fondato? No, assolutamente. E' una diatriba vecchissima, che ancora oggi si fa sentire, ma noi ci vogliamo opporre a questa politica di contrasto. Il museo è sorto, nel 1951, in contrapposizione alla parte rossa dei partigiani, quindi chi non si riconosceva in quella politica, è uscito dall'Istituto per entrare a far parte di questo museo. Sono cose che appartengono al passato e oggi dovremmo conservarne e valorizzarne l'interesse storico e culturale. Noi non invadiamo il campo dell'Istituto. Al contrario, abbiamo cercato da subito di creare uno spirito di collaborazione che ci hanno sempre respinto”.Forte delle sue convinzioni, Lombardi motiva per filo e per segno i diritti suoi e dell' associazione “Amici del Museo della Liberazione”. E tutte le sue richieste si basano sulla convenzione che l'associazione aveva stipulato e firmato, per mano del presidente Fausto Viola, con l'ex giunta Favilla. Lombardi non si limita a darne un accenno, ma, documenti alla mano, tiene a leggere punto per punto quel che il contratto prevede.




 “Questa convenzione parla chiaro – commenta – l'amministrazione dà in gestione per vent'anni i locali del museo alla nostra associazione e noi, in cambio, concluso tale periodo, dopo averlo gestito e arricchito di un patrimonio storico che è quasi interamente di mia proprietà, lasciamo tutto  al comune. E parliamo di un investimento di decine di migliaia di euro”. Le clausole del contratto prevedono semplicemente che la gestione  sia interamente privata e che al comune non si chiedano soldi, mentre alcuni compiti tra cui quello di archivio, spettano al comune, anche se l'assessore alla cultura Alda Fratello non ne vuol sapere e si appella all'analisi semantica delle parole. Lo ha fatto qualche giorno fa in una lettera inviata alla stampa: Che cosa vuole dire “gestione”? Vuole dire che l’associazione ha il compito di catalogare, repertare, gestire tutto il materiale che vi si trova.




Contattata telefonicamente, l'assessore Fratello  si è dimostrata, come al solito, sulle sue, flemmatica e senza alcuna volontà di  esternare le sue ragioni -perlomeno in nome della dea trasparenza – di fronte ad alcune domande dirette.




Perché non ha ancora autorizzato l'apertura del museo della Liberazione per il 25 aprile?




E' già autorizzata.


E' sicura? All'associazione che gestisce il museo non risulta.



Può darsi, d'altra parte dovrebbe essere il gabinetto del sindaco ad occuparsene.




Abbiamo letto i punti della convenzione firmata con Favilla. Se non potete revocarla non potete fare altro che dare l'agibilità. Perché questo ritardo?




Siamo in fase interlocutoria. Tutte e due le parti preferiscono tenere un profilo basso per superare elementi di dissenso.




Scusi, ma qual è l'altra parte? Con l'associazione abbiamo già parlato.




Preferisco, le ripeto, stare in silenzio su questa questione per non creare ulteriori difficoltà nella possibilità di trovare una soluzione di riconciliazione. 




Quindi lei ha intenzione di collaborare e incentivare lo sviluppo del museo della Liberazione?


Che domande, certo.



giovedì 17 aprile 2014

MEMORIE DELLA RESISTENZA A PISTOIA



Diamo volentieri di seguito notizia delle iniziative inerenti il recupero della memoria di fatti e persone riguardanti la Resistenza avvenuti nella Provincia di Pistoia. 


"L'ISTITUTO storico della Resistenza e dell'età contemporanea ha annunciato la conclusione di due progetti di grande valore. Si tratta del recupero dell'archivio dello psichiatra fiorentino Andrea Devoto, contenente interviste a sopravvissuti ai campi di sterminio, e della partecipazione a «Radici. Memorie partigiane», promosso dal network internazionale Shoot4Change, in seno al quale sono state raccolte le testimonianze di 11 partigiani pistoiesi. «Nonostante la scarsità di risorse  ha spiegato Roberto Barontini, presidente dell'Istituto  continuiamo nel nostro impegno per mantenere viva la memoria storica». Ma non è tutto: l'Istituto ha recentemente modificato l'articolo 3 del proprio statuto, ideato nel 74. «Da allora  ha precisato Barontini  molte cose sono cambiate, e perciò abbiamo deciso all'unanimità di aggiungere alle nostre finalità la salvaguardia dei valori della Costituzione italiana, della Convenzione di Ginevra e della Dichiarazione universale dei diritti umani». INTANTO, venerdì si è conclusa la realizzazione della tranche pistoiese del progetto Radici che, partito dalla nostra città e da Roma, proseguirà in tutta la penisola. Nella nostra provincia sono state raccolte 11 testimonianze di partigiani ancora in vita. «Si tratta di interviste commoventi  ha spiegato Barontini  di persone che hanno combattuto fino all'ultimo: non è stato facile trovarli, e ve ne sono altri che non è stato possibile intervistare, ma le loro storie parlano a nome di tutti». Tra queste anche una staffetta aglianese, che a 17 anni portava documenti ai partigiani sulle montagne: ha raccontato che all'epoca aveva sempre con sé una pistola carica, che avrebbe usato per uccidersi se fosse stata catturata dai tedeschi. Un altro intervistato, invece, è scampato per un pelo all'eccidio della Fortezza. Una volta concluso, il progetto Radici sarà presentato nel corso di una grande mostra a Roma, ma le testimonianze dei partigiani pistoiesi verranno presentate in città a settembre. IL RECUPERO dell'archivio Devoto è stato invece realizzato a cura di Filippo Mazzoni e Stefano Bartolini, giovani ricercatori dell'Istituto storico della Resistenza. L'operazione, realizzata in collaborazione con Fondazione Devoto, Soprintendenza archivistica Toscana, Regione e università di Firenze, ha richiesto due anni di lavoro. L'archivio contiene 76 interviste a deportati nei campi di sterminio, perlopiù prigionieri politici: documenti di straordinaria importanza, contenenti rivelazioni inattese sulle conseguenze della violenza sugli internati. Tali testimonianze, rimaste chiuse per oltre vent'anni e ora nuovamente leggibili, si trovano attualmente presso la biblioteca del polo di Scienze sociali dell'università di Firenze (chartae.sbafirenze.it/AriannaWeb) e presto saranno oggetto di pubblicazione. Giulia Gonfiantini  


FA TAPPA a Pistoia «La memoria degli ultimi» di Samuele Rossi. Il tour del film seguirà idealmente il tragitto della Liberazione, partendo dal Sud per arrivare a Milano, Medaglia d'oro della Resistenza, proprio il 25 aprile. Domani, alle ore 21, il film sarà proiettato al cinema Globo alla presenza del regista Samuele Rossi, del partigiano protagonista Germano Pacelli, di Giuseppe Cassaro, produttore e compositore delle musiche del film, e di Michela Innocenti, direttore dell'Istituto storico della Resistenza di Pistoia. A un anno dal 70° anniversario della Liberazione, il giovane Samuele Rossi parla di «urgenza di raccogliere i pezzi di Storia che il tempo ha allontanato e messo ai margini, per mantenere viva la memoria». Nell'assenza di amore, di attenzione e di conoscenza degli italiani per la memoria storica trova genesi «La memoria degli ultimi», documentario intimo e delicato, ritratto delle vite di alcuni ex partigiani combattenti, uomini e donne, oggi ultra ottantenni. Ogni singola storia è una pagina di vita vissuta che lascia il segno. Fra queste proprio un partigiano pistoiese, Germano Pacelli, di Maresca, che scelse la Resistenza dopo aver fatto rientro dalla Jugoslavia, dove stava combattendo la guerra come militare dell'esercito italiano."

Da "LA NAZIONE", Cronaca di Pistoia del 16 aprile 2014.

mercoledì 16 aprile 2014

IL CONTINGENTE BRASILIANO SULLA LINEA GOTICA


Il 27 aprile p.v. sarà presentato a Pistoia l'interessante saggio di Andrea Giannasi "Il Brasile in guerra. La partecipazione della Força expedicionaria brasileira in Italia 1944-1945", Carocci Editore, che descrive la storia del contingente Brasiliano nella sua avanzata sulla Linea Gotica. Così commenta Nazareno Giusti a pag. 24 del quotidiano nazionale "Avvenire" del 14 aprile 2014: 













giovedì 10 aprile 2014

FINALMENTE!





E' con grande soddisfazione che diamo notizia di quanto segue:


Museo storico della Liberazione Lucca:


"E' con orgoglio e gioia che informiamo la cittadinanza che il Museo della Liberazione di Lucca stamani ha ricordato - di fronte ad una sala gremita di studenti - i 25 anni dalla apertura della struttura intitolando poi la Sala Conferenze al Comm. Carlo Gabrielli Rosi, una delle figure più belle della nostra storia resistenziale. Erano presenti i familiari di Gabrielli Rosi, il Presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella, il Presidente dell'Ass. Amici del Museo Col. Fausto Viola, il Direttore Andrea Giannasi, la coordinatrice per le scuole Simonetta Simonetti, il delegato Fiap Walter Ramacciotti, il coordinatore generale del Museo Franco Lombardi.

Il Museo è poi rimasto aperto fino alle 13 accogliendo decine di visitatori (moltissimi gli stranieri).
Appuntamento al 25 e 26 aprile con due giorni di completa apertura. Grazie a tutti."



martedì 1 aprile 2014

FINALMENTE BUONE NOTIZIE!




Diamo volentieri notizia della seguente iniziativa del Museo Storico della Liberazione di Lucca:

“Il Museo della Liberazione celebra i suoi 25 anni aprendo al pubblico.
Il 9 aprile del 1989 veniva aperto al pubblico il Museo della Liberazione di Lucca. Nato nel 1953 come luogo di conservazione della memoria, ritrovo e sede di tutte le associazioni che ricordavano gli orrori delle guerre (tra queste la Federazione Volontari della Libertà, l’Associazione nazionale ex deportati, le associazioni dei reduci e degli internati militari, il Centro Democratico), il Museo si animava con il preciso scopo di rappresentare per le nuove generazioni un baluardo contro i totalitarismi, le violenze, le privazioni, le dittature, le stragi.
Per questo mercoledì 9 aprile 2014 verranno celebrati i primi 25 anni della struttura, oggi riportata a pieno funzionamento dall’Associazione Amici del Museo della Liberazione presieduta dal Col. Fausto Viola.
Durante la cerimonia, inserita tra le celebrazioni patrocinate dall’amministrazione comunale, verrà intitolata la sala delle conferenze – a disposizione di tutte le realtà della provincia che intendono usarla per gli scopi di divulgazione e tutela della memoria di pace – al Comm. Carlo Gabrielli Rosi, vero e proprio ispiratore del Museo.
Parteciperanno il Presidente del Consiglio comunale Matteo Garzella, il direttore scientifico del Museo Andrea Giannasi, la responsabile del Museo con le scuole Simonetta Simonetti e il coordinatore Franco Lombardi.
All’evento invitati anche il Comitato della Linea Gotica di Borgo a Mozzano con il quale il Museo ha stretto un rapporto di stretta collaborazione e l’Associazione Linea Gotica che da anni rievoca i fatti storici avvenuti nella nostra provincia. Oltre a Istituto Storico della Resistenza, Anpi e Assoarma.

Saranno presenti alcune classi e il Museo rimarrà aperto tutta la mattinata grazie ad una speciale assicurazione stipulata privatamente dall’Associazione (mancando ancora quella del Comune).

Inoltre il 25 e il 26 aprile il Museo sarà aperto al pubblico negli orari 10 – 13 e 14,30 – 18,30, con una sorpresa storica: la prima sala del Museo sarà dedicata a Manrico Ducceschi “Pippo” e Leandro Puccetti, comandanti partigiani rispettivamente dell’XI Zona e del Gruppo Valanga.

Sono attese centinaia di persone grazie al tam tam lanciato attraverso la rete. Sono in molti infatti che da anni chiedono di poter visitare la struttura oggi finalmente aperta.”