In occasione del ‘Giorno della Memoria’, il Prefetto di Pisa, dr. Francesco Tagliente, ha promosso una serie di eventi e
manifestazioni dal 22 gennaio all’8 febbraio 2014.
In particolare, domenica 2 febbraio 2014, si svolgeranno alcune iniziative per ricordare il "Giusto tra le Nazioni" dr. Angelo de Fiore, già Questore di Pisa. Gli eventi vedranno la presenza del Capo della Polizia, Prefetto dr. Alessandro Pansa, dell'Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Naor Gilonsi, del Questore di Pisa, dr. Gianfranco Bernabei, del Sindaco di Pisa, dr. Marco Filippeschi e del figlio del commemorato, Paolo De Fiore.
Le
cerimonie avranno inizio alle ore 10,30 in Questura, dove sarà scoperta una
targa commemorativa. Alle ore 11,00 presso il Bastione San Gallo, recentemente restaurato dal Comune, inoltre, si terrà un momento rievocativo. Infine, alle ore 12,30, presso l'area verde ‘Porta della Città’ antistante l'Aeroporto
‘Galileo Galilei’, sarà intitolato ad Angelo de Fiore un giardino e sarà
scoperta una scultura realizzata dal Maestro Rolando Stefanacci.
Le iniziative sono state organizzate in collaborazione con: il Comune e la Provincia di Pisa, il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici Università di Pisa, la
Comunità Ebraica di Pisa, gli Istituti Scolastici Comprensivi e Superiori della
città, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Università
di Pisa, le sezioni di Pisa di Aned, di Anpi, l’ANPPIA, l’Associazione Culturale
‘Il Mosaico’, l’Associazione Figli della Shoah, il Cineclub Arsenale e la
Società Filarmonica Pisana.
CENNI BIOGRAFICI ED ATTIVITA’ SVOLTA DAL DOTT. ANGELO DE
FIORE
Angelo De Fiore nacque a Rota Greca (CS) il 19 luglio
del 1895. Dopo il matrimonio si trasferì a Roma, ove vinse il concorso per
Funzionario di Pubblica Sicurezza. Negli anni tragici e difficili dell’occupazione
nazista, prestò servizio, presso la Questura di Roma, quale dirigente
dell’Ufficio stranieri e, attendendo a questo incarico, salvò centinaia di vite
umane.
Come Palatucci a Fiume, creò un’artata confusione
negli archivi: molti ebrei stranieri ebbero i nomi camuffati; decine di ebrei
italiani furono regolarizzati come profughi dall’Africa Settentrionale. Carte
false, incluse le tessere annonarie, elaborate con un tal “signor Charrier”,
che poi nel suo ufficio ottenevano i timbri ufficiali e poi i permessi di
soggiorno.
Testimonianze di questo suo operato si rinvengono sul
libro “Il ghetto sul Tevere” ove si legge: “quel De Fiore si dimostrò un
campione di solerzia nel mettere a disposizione degli instancabili
investigatori tedeschi i suoi schedari, quelli che decideva lui, facendone
sparire molti altri, quelli che per la Gestapo non dovevano esistere”.
Altre testimonianze atte ad evidenziare l’opera di
Angelo De Fiore, si ricavano dai ricordi del figlio Gaspare e della figlia
Enza.
Il Figlio Gaspare racconta che, allora diciannovenne,
si trovava a Roma in piazza Mattei, in attesa del padre. Quando questi
sopraggiunge, Gaspare sta per andargli incontro, ma è sorpassato da un uomo che
correndo ed urlando qualcosa in ebraico si getta ai piedi del padre
abbracciandolo alle ginocchia. Dai negozi, dai magazzini, dai portoni escono
numerose persone, quasi tutte donne vestite a lutto, che si fanno attorno.
Parlano a voce alta, concitati.
Uno di loro dice in Italiano: “E’ tornato il nostro
Angelo Salvatore”. Ed un altro: “Gli devo la vita, gli devo la vita”.
Un altro ancora, un giovane, racconta a tutti: “Ero
stato preso in una retata e portato alla pensione Jaccarino di via Tasso, avevo
nome e documenti falsi, ma i tedeschi insistevano. Volevano che dicessi di
essere ebreo, che qualcuno aveva fatto la spia, mi interrogavano, mi davano
botte. Poi entra lui, mi dà uno schiaffo e mi grida: “Ti hanno preso eh?
Cos’hai rubato stavolta? Lo conosco bene questo qua, un ladruncolo da poco.
Mandatemelo in Questura. I tedeschi mi fecero uscire a calci”.
La figlia Enza ricorda che, finita la guerra, si recò
in un negozio dietro Largo Chigi, al fine di acquistare un paio di guanti di
pelle. Alla cassa, chiese quanto doveva pagare e la risposta fu: “ Niente
signorina De Fiore” .
“ Come niente? E come sa il mio nome? “ esclamò sorpresa la signorina Enza.
“ Lei non mi conosce “ rispose la signora che stava alla
cassa, “ ma io sono venuta tante volte a casa vostra per ringraziare suo
padre. Diciamo così, questo regalo è pelle contro pelle “. Enza De Fiore
quei guanti li ha conservati per tutta la vita.
Angelo De Fiore fu Questore di Forlì ( dal 7 settembre
1953 al 15 aprile 1955), Pisa ( dal 16 aprile 1955 al 31 gennaio 1956) e La
Spezia (dal 12 agosto 1957 al 9 gennaio 1960) . Morì a Roma, il 18 febbraio del
1969.
Per il coraggio ed i sentimenti mostrati, nel 1954 fu
insignito della “Legion d’Onore” della Repubblica Francese.
Già nel marzo del 1955, l’Unione delle Comunità
Israelitiche Italiane così gli scriveva in una lettera: “La ringraziamo perché
col suo fermo atteggiamento riuscì a salvare centinaia di ebrei, interpretando
le inique disposizioni razziali con nobile ed umana sensibilità, collaborando
con le organizzazioni ebraiche, noncurante delle conseguenze che tale
atteggiamento addensava sulla sua posizione e sulla sua stessa vita”.
Nel 1966 il suo nome è stato inserito, al pari di
quello di Perlasca e Palatucci, tra i “Giusti d’Israele” ed è scolpito sulla
stele della Collina dell’Olocausto in Gerusalemme.
Il 2 maggio del 2004, il comune di Rota Greca ha
dedicato un monumento al suo illustre cittadino.
A Pisa lo ricordano altresì alcuni pensionati del Corpo delle Guardie di P.S. in
pensione: il Maresciallo Ibelli Gaetano, il Maresciallo Angioni Virgilio e
l’Appuntato Dini Elio, che hanno lavorato con lui definendolo come un uomo non
qualunque, di alti valori umani, fino e discreto, colto al punto di saper
parlare correntemente in latino e greco.
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