venerdì 3 febbraio 2012

DEI PARTIGIANI DAVVERO... ESPLOSIVI!

Da "Il Tirreno" del 25 gennaio 2012.

"In bacheca degli ex partigiani c’erano le bombe vere
Massa: nella sede dell’Anpi, visitata dalle scolaresche, sono dovuti intervenire gli artificieri.

Esplosivi .Facevano bella mostra sotto il vetro di una bacheca da decenni, nonostante avessero una carica esplosiva tale da far saltare in aria la palazzina che ospita la sede dell'Anpi di Massa. I partigiani non ci avevano mai fatto particolarmente caso, abituati come erano da giovani a maneggiare quegli ordigni per difendere la libertà e scacciare l'invasore tedesco. Ieri mattina, in vista di un'esposizione sulla Resistenza e dell'imminente trasloco, però, hanno chiamato gli artificieri del Genio di Piacenza per liberarsi di una granata inglese, una bomba di mortaio italiana e una mina anti uomo teutonica. Oggettini, per così dire, che avevano fatto vedere a generazioni di bimbi in visita all'Associazione partigiana per capire cosa erano state la Seconda guerra mondiale e la Resistenza.

Sarebbe un'esagerazione definire miracolo il mancato scoppio degli ordigni da esposizione. Diciamo che sono stati messi in bacheca con troppa leggerezza. Anche perché quasi tutti i massesi hanno fatto un passo in quei locali, almeno una volta nella vita. Se non altro con la scuola. Secondo i militari che sono intervenuti - muovendosi col passo felpato per evitare movimenti bruschi - il proiettile da mortaio e la granata erano perfettamente funzionanti. La mina anti-uomo probabilmente, anche se per averne la certezza i militari dovevano aprirla. Per non sbagliare tutto è stato fatto brillare in una zona sicura poco distante dal centro di Massa. Ed è stato un bel botto.

L'intervento del Genio di Piacenza è stato chirurgico. Per capire quanto alto fosse il rischio esplosione bastava vedere come gli uomini guidati dal primo maresciallo Antonio Pinto maneggiavano quei residuati bellici. Hanno portato via anche il minuscolo granello di polvere da lancio aiutandosi con un pennello, per paura di fiammate che potessero ustionare qualcuno. E gli ex partigiani? I due vecchietti che hanno aperto la sede ai militari osservavano in silenzio l'operazione: «Sono sempre stati qui - hanno detto -. Però non potevamo portare anche quegli ordigni nella nuova sede. L'importante è che non si perda la memoria di quello che abbiamo passato».

Sotto quelle teche non c'erano solo oggetti pericolosi. Ma pure pezzi da collezione. Come la pistola da ufficiale tedesco (incute ancora timore) o la baionetta con tanto di fondina. Per non parlare dell'elmetto da SS. Questo materiale è rimasto ai partigiani, ma serve l'intervento del Comune per non perdere quello che può fare bella mostra di sé in un museo.

Danilo D’Anna"

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