sabato 7 agosto 2021

CHE FINE HA FATTO IL MUSEO DELLA LIBERAZIONE A LUCCA?

 



In un lontano articolo, pubblicato su  Il Tirreno,  cronaca di Lucca, del 26 novembre 2008, esprimevamo preoccupazione per il destino riservato al Museo della Liberazione fondato dallo scomparso prof. Carlo Gabrielli Rosi. L’articolo diceva:

Nasce il museo Carlo Gabrielli Rosi

da il Tirreno — 26 novembre 2008 pagina 03 sezione: LUCCA

LUCCA. Una preoccupazione forte per il destino dei musei storici della città, quello sul Risorgimento e quello della Liberazione. Ad esprimerla è Laura Poggiani, nipote del partigiano Manrico “Pippo” Ducceschi, e custode della sua memoria. A cui replica l’assessore con delega ai musei Donatella Buonriposi. Che assicura: «Il progetto di unificarli, trovando una sede decente ai documenti e al materiale, è in piena lavorazione». Il nuovo museo del Risorgimento e della Liberazione verrà intitolato a Carlo Gabrielli Rosi, ex partigiano e storico scomparso un mese e mezzo fa. «Non tutti sanno che esiste a Lucca, tra i vari scampoli di storia che la città offre - afferma Poggiani - uno molto particolare, dedicato a foto, oggetti e libri che ripercorrono il periodo che va dalla Grande guerra fino alla Liberazione. In questo museo, detto appunto della Liberazione, sono raccolti pezzi davvero unici relativi alla Seconda guerra mondiale e alla Resistenza, tra cui la bandiera della celeberrima XI Zona, comandata da “Pippo”». Poggiani chiede in concreto un progetto che «unifichi i due musei, anche per la continuità storica che c’è tra i due periodi». Sull’argomento arrivano le rassicurazioni dell’assessore Buonriposi. «D’accordo con la Provincia, che gestisce l’esposizione commemorativa del Risorgimento - dice - stiamo cercando una collocazione degna di questo nome. Il patrimonio documentale non verrà disperso: è un impegno che mi prendo anche nei confronti della memoria di Carlo Gabrielli Rosi. Il nuovo museo porterà il suo nome». M.T.

 

A distanza ormai di 13 anni l’unica traccia, purtroppo, che resta di questo museo è la descrizione che appare sul sito dei Beni Culturali, https://www.beniculturali.it/luogo/museo-storico-della-liberazione-1943-1945 , e che così descrive detto museo:

Il Museo attualmente chiuso, in fase di riallestimento in altra sede. Raccoglie materiali di vario genere relativo alla guerra di liberazione in lucchesia. L'atrio illustra la campagna di Russia (1941-1943). La prima sala è a testimonianza del periodo 1938-1943. Custodisce documenti relativi alle leggi razziali, uniformi da ufficiale dell'Esercito italiano, fotografie delle distruzioni subite dalle città italiane, carte geografiche con la dislocazione di tutti i campi di prigionia. La seconda sala raccoglie i cimeli e le fotografie dei religiosi uccisi dai nazisti. La terza sala, la più grande del museo, presenta numerose vetrine nelle quali sono collocati i cimeli del Corpo Italiano di Liberazione e dei Corpi di Spedizione Alleati che parteciparono alla liberazione d'Italia durante il periodo 1943-1945, esponendo anche una ricca collezione di fotografie. La quarta sala, infine, mostra il contributo fornito dai cittadini lucchesi alla liberazione del territorio della provincia di Lucca.

© 2021 MiC - Ultimo aggiornamento 2021-04-09 12:05:32

 

Nessuna menzione viene fatta della sala intitolata al Comandante Pippo e nemmeno a quella dedicata al fondatore del museo Carlo Gabrielli Rosi. Inoltre è da parecchio tempo ormai che il museo, a suo tempo ricco di visitatori, risulta chiuso ma ufficialmente “in nuovo allestimento”. Ci chiediamo: cosa sta succedendo a Lucca? Come mai le associazioni che dovrebbero custodire la memoria del passato non sono attive affinché il museo riapra in tempi brevi?

Ricordiamo che questo museo non custodisce semplici reperti bensì il cuore di colui che lo ha fondato e veri e propri pezzi di Storia: dalle bandiere delle nazioni alleate... alla storica bandiera di combattimento dell’XI Zona Patrioti, bandiera che Gabrielli Rosi voleva lasciare in dono alla nipote di Pippo ma che all’epoca, di comune accordo con la figlia di Gabrielli Rosi, fu deciso di lasciarla in donazione al museo, ma non per lasciarla imputridire in un locale chiuso. Quella è una bandiera di combattimento, la cui asta era stata colpita durante la guerra di Resistenza... e noi intendiamo portare avanti, proprio in nome di quella bandiera, u a mozione affinché sia riaperto in tempi brevi quel museo a tutti coloro che lo vorranno visitare.

 

Le parole di Pippo, http://www.manricoducceschi.it/sito/odg08031945p3d3.htm , mai come in questo caso, risultano profetiche:

Ricordatevi che tutti noi dal primo all'ultimo siamo ammalati ancora come lo è e lo sarà ancora per molto tempo il nostro disgraziato popolo, del Male fascista, che si chiama: prepotenza, disonestà, ambizione, gerarchismo, strafottenza. Dobbiamo dunque prima ancora di combattere questo male degli altri cercare nei limiti del possibile di estirparlo di mezzo a noi. Prima di allora nessuno di noi si dovrà sentire in nessun caso all'altezza ne di eleggersi a giudice, ne di stimarsi partecipe delle forze sane della Nazione."

 

Speriamo, pertanto, che non saremo soli in questa battaglia ma che finalmente le forze che, almeno a parole, dicono di avere a cuore la cura dei simboli e della memoria della Storia affinché non si dimentichi e non si ripetano così gli errori già fatti in precedenza, finalmente diano un segno della loro condivisione e partecipazione concreta.




1 commento:

  1. Cambiano i tempi, adesso l'avversario è presente in entrambi gli schieramenti polici
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