giovedì 18 settembre 2014

RICORDANDO LA LIBERAZIONE DI BARGA




Il 4-5 ottobre 2014 si ricorda il 70° Anniversario della Liberazione di Barga con un convegno con Anpi Lucca e Istituto Storico della Resistenza. Il programma completo nel volantino più in basso.

Ma cosa successe esattamente in quei giorni? Il racconto dettagliato lo riporta il Vice Comandante della Formazione Lindano Zanchi:

Raggiungemmo Pian di Coreglia poco prima di mezzogiorno e dopo aver consigliato i brasiliani lì attestati a non abbandonare quella loro posizione, insistemmo perché spedissero una o due staffette al loro comando per riprendere i collegamenti. Li salutammo e Tiziano scrisse un biglietto al Maggiore Perejra che noi ci saremmo spostati su Barga per liberarla.

Quando giungemmo a Fornaci di Barga ci venne incontro il Dott. Boni che era del luogo, e che successivamente sarebbe poi divenuto il responsabile per il buon funzionamento del nostro servizio sanitario; da lui avemmo interessanti informazioni che ci abbisognavano e che più ci interessavano, riguardo alla presenza di tedeschi in città, e così stabilimmo un piano minimo da attuare. Ci saremmo spostati fino all’altezza dell’Ospedale di Barga e, se non si fosse incontrata resistenza, ci saremmo fermati per la notte a dormire nelle ville adiacenti. Così infatti avvenne, anche se in realtà ci furono messi a disposizione alloggi, subito al di fuori delle mura urbane.

Non ricordo esattamente se nella tarda serata ci raggiunse una staffetta brasiliana che ci comunicò di attendere i loro reparti per entrare in città, tutti insieme, la mattina seguente. Infatti la mattina presto il comando brasiliano arrivò e concordò con Tiziano l’occupazione della città. Giunti che fummo sotto le mura ci fermamrno perché fu rivolto un invito ai Comandanti di accomodarsi nel palazzo adiacente la Porta della città, che era di proprietà dei Sig.ri Martini, se ben ricordo. Fu la Signora che ci informò che i tedeschi si erano ritirati nella parte della città Nuova, al dilà del fossato. A questo punto fummo noi ad entrare in Barga e quando tutto sembrò tranquillo, anche nel settore delle scuole, cioè in Barga Nuova (oltre il fossato), entrarono anche i brasiliani. Erano quasi in parata, tutti allo scoperto senza la minima prudenza, sorridenti e lieti dell’evento, convinti che non ci fosse più alcun pericolo, malgrado noi ci sforzassimo a richiamarli inutilmente alla prudenza. Di li a poco, in maniera improvvisa ma non inaspettata, iniziò un cannoneggiamento infernale. Morirono dei civili e qualche brasiliano e ci furono feriti sulle prime cannonate. Resisi conto di quanto accadeva cominciammo ad infilare nelle case lì appresso, tutta la truppa, disorientata e smarrita che stava intorno a noi. Fortunatamente, noi partigiani, per miracolo, o forse per reazione allo sgomento dei brasiliani, non perdemmo la testa e ciò servì ad evitare un vero massacro.

Il giorno seguente furono effettuate perlustrazioni abbinate, con i soldati brasiliani e salvo casi sporadici non avvennero scontri di rilievo neppure per quelle pattuglie spintesi fin sotto i colli, e così Barga fu liberata.






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