Il 4-5 ottobre 2014 si
ricorda il 70° Anniversario della Liberazione di Barga con un convegno con Anpi
Lucca e Istituto Storico della Resistenza. Il programma completo nel volantino
più in basso.
Ma cosa successe esattamente in quei giorni? Il racconto
dettagliato lo riporta il Vice Comandante della Formazione Lindano Zanchi:
“Raggiungemmo Pian di Coreglia poco prima di
mezzogiorno e dopo aver consigliato i brasiliani lì attestati a non abbandonare
quella loro posizione, insistemmo perché spedissero una o due staffette al loro
comando per riprendere i collegamenti. Li salutammo e Tiziano scrisse un
biglietto al Maggiore Perejra che noi ci saremmo spostati su Barga per
liberarla.
Quando giungemmo a Fornaci di Barga ci
venne incontro il Dott. Boni che era del luogo, e che successivamente sarebbe
poi divenuto il responsabile per il buon funzionamento del nostro servizio
sanitario; da lui avemmo interessanti informazioni che ci abbisognavano e che
più ci interessavano, riguardo alla presenza di tedeschi in città, e così
stabilimmo un piano minimo da attuare. Ci saremmo spostati fino all’altezza
dell’Ospedale di Barga e, se non si fosse incontrata resistenza, ci saremmo
fermati per la notte a dormire nelle ville adiacenti. Così infatti avvenne,
anche se in realtà ci furono messi a disposizione alloggi, subito al di fuori
delle mura urbane.
Non ricordo esattamente se nella tarda
serata ci raggiunse una staffetta brasiliana che ci comunicò di attendere i
loro reparti per entrare in città, tutti insieme, la mattina seguente. Infatti
la mattina presto il comando brasiliano arrivò e concordò con Tiziano
l’occupazione della città. Giunti che fummo sotto le mura ci fermamrno perché
fu rivolto un invito ai Comandanti di accomodarsi nel palazzo adiacente la
Porta della città, che era di proprietà dei Sig.ri Martini, se ben ricordo. Fu
la Signora che ci informò che i tedeschi si erano ritirati nella parte della
città Nuova, al dilà del fossato. A questo punto fummo noi ad entrare in Barga
e quando tutto sembrò tranquillo, anche nel settore delle scuole, cioè in Barga
Nuova (oltre il fossato), entrarono anche i brasiliani. Erano quasi in parata,
tutti allo scoperto senza la minima prudenza, sorridenti e lieti dell’evento,
convinti che non ci fosse più alcun pericolo, malgrado noi ci sforzassimo a
richiamarli inutilmente alla prudenza. Di li a poco, in maniera improvvisa ma
non inaspettata, iniziò un cannoneggiamento infernale. Morirono dei civili e qualche
brasiliano e ci furono feriti sulle prime cannonate. Resisi conto di quanto
accadeva cominciammo ad infilare nelle case lì appresso, tutta la truppa,
disorientata e smarrita che stava intorno a noi. Fortunatamente, noi
partigiani, per miracolo, o forse per reazione allo sgomento dei brasiliani,
non perdemmo la testa e ciò servì ad evitare un vero massacro.
Il giorno seguente furono effettuate
perlustrazioni abbinate, con i soldati brasiliani e salvo casi sporadici non
avvennero scontri di rilievo neppure per quelle pattuglie spintesi fin sotto i
colli, e così Barga fu liberata.”